Rapporto Italiani nel Mondo 2023
Roma, 8/11/23 – “Quasi 7milioni gli Italiani regolarmente iscritti all’AIRE ad oggi con in aumento del +91% dal 2006 con preminenza delle destinazioni europee. La “regione” Estero si posiziona al secondo posto per popolazione, dopo la regione Lombardia con 9milioni di abitanti e prima del Lazio con 5 milioni.
Il 46,5% dal Sud, il 37,8% dal Nord e il 15,8% dal Centro. Per i saldi regionali si nota un divario sempre piu profondo, +74.000 verso la Lombardia, -40.000 dalla Campania.
Si è parlato di fuga dei cervelli, ritorno dei pensionati, turismo delle radici, mobilità circolare e rete consolare.
Sono in prima linea, insieme a Maggioranza e Governo, per supportare e migliorare i servizi per la Comunità Italiana all’estero, dopo un decennio durante il quale i problemi si sono accavallati” dichiara l’On. Simone Billi, eletto nella Circoscrizione Estero-Europa, capogruppo Lega in Commissione Esteri e Presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo, durante la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes.
“Uno degli statistici con cui ho parlato ha affermato che l’Italia è un paese in via d’estinzione” e “mi ha colpito che il 75% degli italiani sono in Europa e più del 50% viene dal Centro-Nord Italia” e “i giovani italiani hanno già dentro di sè il passaporto europeo” ha affermato il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
“Questo Rapporto serve a riflettere e capire cosa sta accadendo, ci sollecita a rivedere quel processo complesso e vitale della mobilità e della migrazione e a valutare lo stato dell’Italia, critico sia per il debito pubblico sia per gli aspetti demografici” così il Prof.Mauro Magatti, Università Sacro Cuore.
“La mobilità e l’immigrazione sono oggi tra i fenomeni più complessi da analizzare oggi. I saldi migratori sono stati sempre negativi, i rimpatriati sono stati 75mila nel 2022 con +10% rispetto al periodo pre-pandemico, le aquisizioni di cittadinanza +7% nel 2021 e +10% nel 2019” relaziona il Prof.Francesco Maria Chelli, Presidente Istat.