Intervista esclusiva a Mario Biondi
di Costantino Salis, Scrittore & Presidente del Comites Grecia
& Domenico Piemonte, Segretario del Comites Grecia
In occasione dei suoi due prossimi concerti in Grecia, reduce del successo di un tour internazionale, Mario Biondi ha rilasciato un’intervista esclusiva al Comites – Grecia. Lunedì 10 ottobre si esibisce al teatro Pallas di Atene e martedì 11 ottobre al Megaron Concert Hall di Salonicco.
Mario Biondi è un artista di fama internazionale. Cantante e compositore italiano, dal 2003 rappresenta una delle nuove sonorità nazionali legate al mondo del soul e del jazz. Per molti è il Barry White italiano, perché con la sua voce calda e blues ricorda il grande cantautore americano.
E’ siciliano, di Catania, ma l’ inglese diventa presto la sua prima lingua e ciò gli permette, nel 1988, di fare da spalla ad un mostro sacro del blues qual è Ray Charles. Collabora negli anni con artisti famosi, italiani e stranieri.
Buonasera, ben trovato Mario. Come stai innanzitutto?
Bene bene, tutto a posto… sempre al top!!! Sono contento di poter visitare nuovamente la Grecia.
Complimenti per questo tuo nuovo bellissimo album – Romantic – che, come abbiamo potuto apprezzare, è cantato in varie lingue: inglese, italiano, napoletano, siciliano. Vuoi parlarcene?
È un progetto molto intimo, molto personale, che ha coinvolto l’idea del romanticismo visto, non solo nella sfera amorosa e affettiva, mi sembrava un concetto da esprimere in un periodo come questo, nel quale siamo passati attraverso pandemie, guerre, in un periodo così ravvicinato. Una delle canzoni che mi ha ispirato particolarmente è una canzone di Pharoah Sanders, che purtroppo è passato a miglior vita solo una settimana fa, che si chiama “The creator has a master plan”: una visione romantica, sognatrice, utopistica, di questo sassofonista che racconta un mondo nel quale non c’erano guerre, non c’erano sofferenze per gli uomini; ognuno di noi, ogni uomo presente sulla terra, conosceva il proprio valore e la propria forza e di conseguenza non aveva bisogno di affermarla a discapito degli altri.
E come mai il napoletano fa parte ormai del tuo mondo? Cosa rappresenta Napoli per te?
Diciamo che nel concetto del romanticismo la musica napoletana credo l’abbia sempre fatta da padrona nel mondo, perché è una lingua estremamente romantica, dalle sonorità dolci. E poi perché ha cantato d’amore in diverse delle canzoni che conosciamo nel mondo. Io sono siciliano e forse anche il retaggio della storia, Regno delle Due Sicilie/Regno di Napoli, mi fa sentire legato a quel territorio.
Come hai scoperto il tuo amore per il canto e soprattutto per il soul e per il jazz?
Per il canto è stato mio padre che mi ha fatto innamorare della musica. Per certi versi mi ha spinto ad affrontare il palco per la prima volta e sempre grazie a lui, grazie anche a dei suoi collaboratori, dei musicisti con i quali collaborava negli anni ‘70 e ‘80 le mie prime cassette e i miei primi dischi avevano a che fare con l’ambito Soul e Jazz, con Al Jarreau e The J.B.’s che sono un gruppo molto mainstream, che però aveva come matrice sicuramente la scuola Soul.
Il tuo timbro vocale ormai è un brand per il paese intero, per tutta l’Italia. Per avere successo tu credi che basti solo il talento o ci vogliono altri elementi e forse anche un po’ di fortuna?
Credo che la fortuna sia fondamentale per qualsiasi cosa si affronti nella vita. Mi accorgo che talvolta il merito di studi, di applicazione nella professione non è sempre garanzia di risultati, purtroppo.
Tra le nuove generazioni, soprattutto, stanno prendendo molto piede musiche di tipologia rap o trap. Che idea hai di questi stili musicali?
Vivendo insieme a una schiera di giovanotti quattordicenni e quindicenni mi accorgo che quel genere di musica ha una grossa presa su di loro perché parla la loro lingua. E’ abbastanza normale che il commercio discografico vada sempre più appannaggio di quelle generazioni che stanno tutto il giorno con il telefonino in mano. È quello che il mercato propone e che, a ragion veduta, sta funzionando.
Ci puoi parlare un po’ della scaletta del tour, del repertorio che canterai in questi prossimi concerti in Grecia. Ricordiamo il 10 Ottobre sarai ad Atene, al Teatro Pallás e l’11 Ottobre a Salonicco, al Megaron Concert Hall.
È un repertorio che prevede qualche excursus sul progetto appena uscito discograficamente, ma che non dimentica assolutamente quanto successo in passato. E’ una scaletta piuttosto dinamica che porge il fianco al romanticismo ma vuole sempre far divertire, quindi niente di estremamente noioso o troppo romantico, ci piace esprimere la nostra natura anche da musicisti Soul Funk, passando anche attraverso la musica brasiliana.
Quanti musicisti ti accompagneranno sul palco?
Sul palco siamo in sette. Tutti italiani. C’è una preponderanza, ultimamente, non so come mai, di siciliani sul palco. Per dieci anni ho collaborato con campani e ora, questi ultimi dieci anni i siculi sono in aumento, non necessariamente voluto, ma benvenuto.
Hai mai avuto dei momenti di crisi durante il tuo percorso artistico? Come li hai superati?
Le crisi fanno parte di qualsiasi esperienza lavorativa. Per me, dovendo avere a che fare con l’ambito mainstream commerciale, con l’ambito prettamente lavorativo di quest’arte che è la musica, talvolta quando non si comprende, quando non si riesce ad avere spiegazioni, il mio animo si innervosisce… quindi qualche attimo di crisi l’ho vissuta sicuramente. L’ho sempre superato perché la musica l’ho sempre fatta per il mio amore nei confronti della musica, quindi al di là dei risultati commerciai la musica mi è sempre rimasta fedele e mi ha sempre dato grandi soddisfazioni.
Cosa rappresenta per te il binomio Italia – Grecia?
Italia e Grecia sono due entità collegate, sono sempre state vicine. Credo che tutto il bacino Mediterraneo sia molto simile, ci siano moltissime cose in comune. Storicamente, e ancora hanno in comune visi, comportamenti e usi. Con il sud Italia c’è un filo indissolubile, abbiamo queste strutture, soprattutto in Sicilia, anfiteatri importanti, templi eccezionali e ne andiamo piuttosto orgogliosi, essendo stata la Magna Grecia una delle più importanti culture al mondo, tant’è che è stata quasi interamente assorbita dall’Impero Romano a seguire.
Vuoi gentilmente rivolgere un saluto o un messaggio alla nostra comunita’ italiana in Grecia e a tutti gli Italiani residenti all’ estero?
Sono estremamente contento di poter visitare territori in cui la matrice e l’origine italiana continua ad esistere e a mantenere la sua fisionomia. Sarà un piacere incontrarvi durante uno dei miei spettacoli.
Ti ringraziamo per la tua disponibilità Mario e ti auguriamo un grande in bocca al lupo, anche se non ne hai bisogno perché sei un artista fenomenale.
Serve sempre… l’affetto è una di quelle cose che ti garantisce sempre un buon risultato. Un abbraccio grande e ci vediamo presto!!!
Official Site:
www.mariobiondi.it